di Riccardo Adami
Se ci ho messo tanto a ricordare qui la figura di Lucio Russo, non è per assenza di pensieri, ma per la loro sovrabbondanza.
Dall’uscita, ventinove anni fa, de La rivoluzione dimenticata, Russo è stato per me un riferimento imprescindibile. Ha cambiato il mio modo di vedere la scienza e il mio lavoro. Non era un esperto di meccanica quantistica, almeno non in senso tecnico, ma questo suo brano merita di essere letto e meditato:
Una delle idee più diffuse riguarda la doppia natura dell’elettrone. Esistono le onde, esistono le particelle, ma se ci si chiede: “che cos’è un elettrone, Un’onda o una particella?” occorre dare strane risposte: si parla di dualità e di complementarità. Sembra che vi sia una sorta di consustanziazione” […]
Non a caso Niels Bohr, che è stato il primo a enunciare il principio di complementarità si rifaceva a teorie mistiche orientali; con lui comincia la contaminazione tra fisica moderna e teorie misticheggianti.
A me sembra che la spinta all’irrazionalismo, che viene da questi discorsi sulla meccanica quantistica, abbia la sua origine nel dimenticare quell’affermazione che avevo fatto all’inizio, cioè che esistono due piani, quello degli oggetti concreti e quello delle teoria.
Il cosiddetto dualismo onda-corpuscolo non è nemmeno uno di quei fossili a cui Russo ha dedicato tante pagine: quelle erano idee feconde alle quali un crollo della conoscenza in corrispondenza di eventi storici epocali, come l’avvento dell’egemonia romana, aveva sottratto il senso pur mantenendone lo forma: la sfericità della terra, ben nota ai Greci, sopravvisse in epoca romana e per tutto il medio evo come conoscenza fossile, priva di applicazioni e di vita.
No, il dualismo onda-corpuscolo è un equivoco fin dall’ inizio, dovuto all’incomprensione dell’idea di modello scientifico: quella sì, un fossile. Fu Feynman a dire che potevamo chiamarlo “quantone” e tutto finiva lì.
Ma a Russo devo di più. Grazie a lui ho imparato che il progresso scientifico non è continuo, che ogni conoscenza e ogni metodo può perdersi. E, tra quelli che ha scritto, il libro che preferisco è Flussi e riflussi, sulla teoria delle maree. Consigliatissimo.